Visitando la Cattedrale di Siracusa si viene “investiti” letteralmente dalla bellezza del senso di antichità e di storia. La reazione del visitatore è di stupore immenso e quasi di stordimento; cosa che, con un certo campanilismo, mi rende ogni singola volta orgogliosa.
Questa Cattedrale, tempio sacro da 2500 anni, riflette in ogni pezzetto tutta la storia siracusana e, la mescolanza di stili e di forme, tanto diverse in questo lungo arco temporale, hanno reso questo luogo unico e inimitabile. E’ un compito davvero arduo, per noi guide, raccontare questa chiesa perché se ne potrebbe parlare per ore; ma la visita della città prevede tante altre cose belle e di cui stupirsi, per cui siamo costretti a concentrarci sugli aspetti salienti e che riteniamo possano meno annoiare e magari incuriosire. L’articolo di oggi prevede uno di quegli aspetti che per velocità di visita può essere omesso ma che racconta un pezzetto di tradizione e, voi lettori, già sapete che a noi di VisitSiracusa le tradizioni piacciono tanto! La prima cosa da chiarire è che il nostro Duomo è dedicato alla Natività di Maria; infatti, osservando con attenzione, si può ben cogliere il significato di tale intitolazione. Dalla facciata all’altare maggiore è, infatti, un tributo continuo alla Madonna. In facciata, opera settecentesca di Andrea Palma, spicca al centro, in una nicchia, la statua della Vergine di Ignazio Marabitti; nella navata laterale sinistra, corrono diverse statue femminili rinascimentali, di cui, uno dei soggetti, è la Madonna; sull’altare maggiore si trova un affresco con la “Natività di Maria”; nell’abside di sinistra, la cui struttura risale all’epoca di conversione del tempio di Atena in chiesa cristiana, c’è la statua gaginiana della Madonna della neve. Sfugge all’occhio, spesso, una tavola lignea appesa proprio a sinistra di questa stessa abside (forse perchè si è attratti dalla struttura antica dell’abside o dalla statua). Tale tavola che ha come soggetto una Madonna con Bambino viene definita Madonna del Pilar.
Nostra Signora del Pilar (la parola ‘pilar’ in spagnolo significa pilastro) è il titolo con il quale viene venerata in Spagna la Beata Vergine Maria ed ha origine nel Santuario di Saragoza. Dal racconto dei Magna Moralia di S. Gregorio Magno, la notte del 2 gennaio del 40 d.C., quando era ancora in vita la Madonna, San Giacomo, incontrò i suoi discepoli presso il fiume Ebro quando udì delle voci di angeli cantare “Ave Maria, grazia plena” e vide la Madonna. La Vergine apparve davanti all’apostolo su un pilastro o su una colonna e chiese lui di edificare una chiesa su quella stessa colonna. L’apostolo Giacomo e i suoi discepoli costruirono a Saragozza il primo tempio al mondo dedicato alla Vergine Maria. Prima di ripartire per la Giudea, Giacomo diede il titolo alla chiesa di Santa Maria del Pilar.
Da li in poi è facile comprendere come possa essere arrivato dalla Spagna anche in Sicilia il culto per la Madonna del Pilar e quanto esso si sia diffuso. Basta guardare un po in rete per rendersi conto di quanti paesi o città in Sicilia ospitino una chiesa o un altare dedicato alla Madonna del Piliere. A Enna, ad esempio, a sinistra del transetto del Duomo si trova una grande tela del pittore fiammingo Guglielmo Borremans della Madonna del Pileri; a Taormina, lungo il Corso Umberto, si trova la chiesa, ormai sconsacrata, della Madonna del Piliere; una chiesa della Madonna del Piliero è anche a Itala; la chiesa di Santa Maria del Piliere o degli Angelini a Palermo; l’icona della Madonna del Pileri conservata nella Basilica di Santa Maria Assunta a Randazzo.
Certamente nemmeno Siracusa poteva restare immune dal fascino di tale culto. Il dipinto su tavola che si trova in cattedrale è composto da tre tavole ed è databile, secondo Giancarlo Germanà Bozza, nella seconda metà del XIII secolo. La sua denominazione (Madonna del Piliere) si deve all’omonimo titolo assegnato dai vescovi siracusani alla Cattedrale fino alla fine del XVI secolo, probabilmente per la presenza delle colonne greche di ordine dorico murate nella struttura architettonica di età bizantina.
La Madonna è seduta in trono nell’atto di presentare il Bambino ai fedeli. Con la mano sinistra regge il Bambino e con la destra lo indica. I volti della Madonna e del Bambino sono stati ritagliati da un dipinto più antico, mentre il resto della tavola è probabilmente un rifacimento quattrocentesco, della primitiva immagine.
La Madonna, coperta da un velo blu, impreziosito da decorazioni fiorite in oro, è seduta su un cuscino rosso appoggiato sul trono. Il Bambino, raffigurato in atto benedicente, indossa una tunica gialla ricoperta da un manto rosso mentre regge il globo con la mano sinistra.
Sono certa che nel vostro prossimo viaggio alla volta di Siracusa andrete a vederla e chissà magari vorrete tanti altri particolari proprio sulla Madonna del Piliere.